Quando si tratta degli studi legali il tema
dell’organizzazione viene spesso messo in secondo piano, per la continua
rincorsa di termini e scadenze a cui sono costretti gli avvocati e, soprattutto,
in quanto i percorsi formativi che portano alla carriera forense normalmente non prevedono
alcuna istruzione in tal senso.
Gli avvocati, il più delle volte, si trovano così a
dover gestire clienti, persone ed attività senza avere le nozioni base di
management.
Mai come oggi appare necessaria una
corretta organizzazione delle attività in cui diventa opportuno istituire e prevedere delle
prassi e protocolli che consentano di mantenere il focus sulla clientela e
sulle attività da svolgere.
Il Legal Project Management serve proprio a tali
scopi, trattandosi dell’applicazione delle metodologie di project management
nel settore legale.
Da un punto di vista definitorio il project management
è l’applicazione di processi,metodi, competenze, conoscenze ed esperienze per
raggiungere gli obiettivi specifici di un progetto entro i parametri
concordati.
La particolarità del project management sta nel fatto
di essere una attività compresa in un lasso di tempo finito e, soprattutto, di
prevedere un risultato definito.
La particolarità del settore legale e della
professione degli avvocati richiede, però, un adattamento concettuale, affinché
le caratteristiche tipiche del project management siano adattate alla realtà
quotidiana di professionisti che, pur gestendo singoli progetti - in
fondo ogni “pratica” potrebbe essere considerata come un progetto autonomo -
devono fare conti con le specificità del loro mestiere (rilasciare un
“prodotto” è cosa ben diversa da gestire un contenzioso).
Pur mantenendo ferme le metodologie, quindi, il Legal
Project Management si distingue per il valore che si vuole creare e per un
necessario cambiamento del tradizionale approccio utilizzato dagli avvocati.
Scopi e valore
Il primo cambiamento richiesto nell’implementare
una strategia di gestione fondata sul Legal Project Management, è relativo ai
risultati dell’attività dell’avvocato.
Spesso, infatti, l’avvocato tratta le questioni che
gli sono sottoposte dai clienti in maniera “totalitaria”: faccio tutto ciò che
è necessario per il cliente. È probabile che questo derivi
tradizionalmente dalla previsione codicistica che prevede che la prestazione
forense sia una obbligazione di mezzi e non di risultato.
Tale impostazione, però, soffre di un deficit comunicazionale
originario.
Nel Legal Project Management il primo passo da fare è quello di
definire dei “parametri concordati” affinché il progetto possa considerarsi
“adeguato” rispetto alle necessità effettive.
Ciò significa che l’avvocato dovrà chiedere al cliente informazioni anche
riguardo ai risultati attesi (i reali risultati attesi), ed esprimere
chiaramente quali sono gli obiettivi perseguibili affinché si possa ritenere di
aver raggiunto un risultato positivo e quanto è il budget che il cliente è
disposto a prevedere per il raggiungimento di quel risultato.
Questo in quanto, come è facile dedurre, il valore non
è un parametro assoluto, ma è sempre derivante dalla differenza tra i benefici
tratti ed i costi affrontati per ottenerli.
È facilmente comprensibile che a seconda del risultato
atteso – che spesso non viene chiaramente espresso in forma chiara – il
“progetto” (ossia la problematica che il nostro cliente sta affrontando) può
essere trovare soluzioni diverse.
È quindi fondamentale, in un approccio di Legal
Project Management, che l’obiettivo venga chiaramente fissato e definito con la
parte.
Ciò consentirà anche, qualora il cliente richieda del
lavoro non in linea con il raggiungimento di tale obiettivo, di gestire con
più chiarezza la comunicazione e di poter, eventualmente, far comprendere
l’effettivo valore dell’attività svolta dallo studio legale.
L’ultima considerazione ci apre la porta al terzo
criterio (oltre la definizione precisa dell’obiettivo e l’apertura alla
comunicazione con il cliente) che impronta una metodologia di Legal Project
Management: l’attività dell’avvocato, oltre al ruolo istituzionale riconosciuto
dalla Costituzione di tutela dei diritti (indefettibile e riservata in caso di
giudizio) ha, inutile nasconderlo, anche un contenuto “economico”.
Ciascun “progetto” può anche essere valutato in
termini di costi che sono necessari al suo svolgimento e di ricavi attesi. Se
non altro, per essere pienamente consapevoli della sostenibilità economica
della propria missione/professione/attività.
La “budgettizzazione” dei progetti, in termini di calcoli
economici sugli stessi, e la loro gestione tramite tecniche di project
management, consente agli studi legali di essere più trasparenti verso i
clienti circa le tariffe applicate (generando in tal senso più valore verso il
cliente) e contestualmente di monitorare il costo del singolo progetto in modo
da assicurarne anche la profittabilità.
Deve essere chiaro, per coloro che volessero
approcciare questa metodologia, che lo scopo non è quello di fare di un
avvocato un project manager.
L’avvocato è e rimane sempre tale, con le sue
specificità, competenze, ruolo, tuttavia, la circostanza che una pratica può
essere considerata come un singolo progetto, che ha un inizio, un processo ed
un risultato, rende possibile applicare tecniche che aiutano a gestirla in
maniera più efficiente, fornendo un ausilio metodologico alle conoscenze
che l’avvocato già possiede.
Infine, e ricollegandoci a quanto precisato all’inizio
di questo paragrafo, un metodo di tipo progettuale implica un ulteriore cambio di
prospettiva per l’avvocato; non si tratta più di risolvere un “problema legale”
del cliente, ma di offrire il proprio supporto consulenziale per rafforzarne
la posizione ed aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo reale, ciò
nell’ottica di una maggior fidelizzazione derivante dalla trasparenza e dalla
chiara comunicazione nella conduzione dell’attività professionale, rese
possibili anche tramite l’utilizzo di strumenti di Legal Project Management.
Implementare il Legal Project Management
La gestione di una pratica secondo i principi del
Legal Project Management comporta la suddivisione della stessa in quattro fasi,
che rispecchiano diversi momenti di “controllo” del progetto e che ne
consentono una corretta gestione.
A ciascuna fase corrispondono delle domande che è
necessario porsi.
Inizio del progetto: Dovrei accettare questa pratica? E’ una pratica che è possibile gestire?
Conferisce valore per lo studio? Chi sarà colui che la gestirà in via
principale? Chi sono i principali attori? Cosa serve loro? Sappiamo come sarà
quando si potrà ritenuto concluso con successo l’incarico?
Pianificazione: Chi lavorerà
sul progetto? Sono disponibili ed hanno tempo a sufficienza? Quale sarà il
programma delle attività? Corrisponde alle scadenze? Quali sono i rischi più
grossi e come possiamo mitigarli? Quali sono i costi? Abbiamo un accordo su
tariffe e pagamenti?
Esecuzione: la parte
centrale del progetto, nella quale il lavoro deve essere svolto. Durante
l’esecuzione è importante rimanere flessibili rispetto la pianificazione di
massima della fase precedente, perché le circostanze potrebbero cambiare, il
cliente potrebbe essere difficile da gestire. In tale fase, insomma, è
necessario sapersi adattare, provvedendo a gestire gli imprevisti o le
flessibilità sempre mantenendo però ferma la barra verso l’obiettivo condiviso.
Conclusione e valutazione: Cosa otterrà il nostro cliente quando il progetto sarà concluso? Come
sarà il suo feedback? E quale sarà il nostro? Cosa possiamo fare meglio la
prossima volta?
Le domande sopra riportate sono un supporto per
individuare le questioni e le sfide che il progetto pone ed aiutano, in fase di
valutazione ed esecuzione dello stesso, a comprendere le risorse e l’impegno
che richiederà, potendo anche così stimarne meglio i pro ed i contro dal punto
di vista economico.
Gli strumenti
Per eseguire in maniera efficiente il progetto è
necessario una “Mappa del progetto”. Questa raccoglie le valutazioni ed
assunzioni che abbiamo svolto e ci consente di avere sempre una visione complessiva,
anche a distanza di tempo, di quelli che sono obiettivi e scopi. Normalmente
gli studi legali quando aprono un “nuovo fascicolo” già creano una scheda in
cui inseriscono alcune informazioni. La Mappa aggiunge a tale scheda le
seguenti:
a) la dichiarazione
del problema del cliente;
b) il risultato sperato;
c) il criterio secondo cui il progetto si considererà chiuso con successo;
d) le maggiori scadenze di progetto;
e) le risorse di cui abbiamo bisogno, ed il relativo budget;
f) le tariffe concordate;
g) gli attori principali del progetto.
Oltre alla mappa servono, ovviamente, anche altri
strumenti per consentirci di gestire efficacemente il progetto. Sono strumenti
che devono darci la possibilità di gestire le persone coinvolte, il tempo necessario
a svolgere il progetto, le attività (task) ed i ricavi e spese ad esso
ricollegati.
In tal senso la tecnologia ci offre oramai numerose
soluzioni. Esistono online svariati software di project management che posso
essere adattati alle esigenze degli studi legali, anche con possibilità di
integrazione con tools esterni, nonché delle suite specialistiche pensate
specificamente per il settore legale.
Ma più importante del tool in concreto sarà la
metodologia con cui verranno pianificate le attività. Sulla base della lista
delle attività da svolgere sul progetto sarà necessario individuare le
specifiche dipendenze (ossia quelle attività la cui esecuzione dipende da
altre), il tempo richiesto per ciascuna e le persone che dovranno eseguirle. A
ciò si ricollegano i costi derivanti dalle singole attività ed i ricavi
generali generati dal progetto.
Conclusioni
Come si può facilmente comprendere mettere insieme
tutte tali variabili consente di avere una visione più completa e “consapevole”
delle attività svolte all’interno dello studio legale e, soprattutto, impone
una riflessione costante, a cui gli avvocati non sono abituati, circa la reale
sostenibilità delle singole pratiche.
Il Legal Project Management non deve essere visto come
uno stravolgimento delle modalità con cui gli avvocati svolgono le loro
attività, ma come un supporto metodologico per fare meglio ciò che già fanno e
per riuscire, una volta implementate le corrette procedure, a concentrarsi su
quello che è il vero valore della professione, ossia l’assistenza legale ai
clienti, sempre più competente e sempre più di supporto.