Buoni Fruttiferi Postali Serie Q/P: come ottenere i
maggiori interessi da Poste
Poste Italiane nega i maggiori interessi ai possessori dei buoni emessi
dopo il 01/07/1986. Il contenzioso però è a favore dei risparmiatori.
Sei in possesso di un Buono
Fruttifero Postale, hai aspettato 30 lunghi anni con la speranza di
incassare una determinata somma ma Poste sembra aver liquidato una somma
inferiore rispetto a quella che ti aspettavi ?
Risulta in atto un vivace contenzioso tra Poste
Italiane S.p.A. ed i possessori di buoni
fruttiferi postali trentennali emessi dopo il 01 Luglio del
1986. Si tratta, in particolare, dei buoni della originaria serie “P” che
per effetto del Decreto Ministeriale del 13.06.1986 sono
stati trasformati nella Serie “Q/P”.
Con tale “trasformazione” sono stati modificati –
al ribasso – i tassi di interesse.
Dunque, secondo Poste Italiane, i
risparmiatori alla scadenza dei 30 anni dovranno ricevere somme inferiori
rispetto a quelle indicate sui buoni, in alcuni casi persino dimezzate.
Il motivo di contrasto: Il timbro sulla parte
posteriore e i tassi d’interesse applicabili dal 21° al 30° anno.
Il motivo di contrasto, che può valere anche
migliaia di euro, riguarda il calcolo degli interessi per l’ultimo scaglione di
detenzione che va dal 21° al 30° anno.
Il D.M. 13.06.1986, che ha modificato i saggi
d’interesse sui buoni postali, all’art. 5 ultimo comma, ha stabilito che sui
Buoni della serie “P” emessi dal 1° luglio 1986 “verranno
apposti…due timbri uno sulla parte anteriore con la dicitura serie Q/P, l’altrosulla parte
posteriore recante la misura dei nuovi tassi”.
In altri termini, sulla parta frontale del Buono, è
stato apposto un primotimbro con la dicitura “Q/P”.
Nella parte posteriore, invece, sulla originaria griglia dei tassi già stampata
sul Buono è stato apposto un secondo timbro
con la dicitura “B.P.F. serie Q/P ai seguenti tassi: 8%
fino al 5° anno; 9% dal 6° al 10° anno; 10,5% dall’11° al 15° anno; 12% dal
16°al 20° anno”.
Tuttavia, ed è questo il motivo della contesa,
il secondo timbro apposto
sulla parte posteriore dei buoni indica esclusivamente le rendite sino al 20
anno (primi 4 scaglioni), ma lascia inalterato l’importo fisso a bimestre
applicabile dal 21° al 30° anno che era originariamente stampigliato sul buono
stesso.
Dunque, mentre Poste Italiane ritiene che, malgrado
tale mancanza, anche per il periodo 21-30° anno debbano applicarsi i (minori)
importi previsti dal Decreto Ministeriale, i risparmiatori hanno richiesto
la liquidazione degli interessi per come riportati sul
buono.
La leggerezza di Poste non può passare inosservata.
In effetti, al momento della emissione dei Buoni della serie Q/P il Decreto
Ministeriale del 13.06.1986 era già stato emanato. Per tale motivo, in
tale contesto, è ragionevole ritenere che possa essersi ingenerato un legittimo
affidamento del cliente sulla validità dei tassi di
interesse riportati sul titolo e che tale affidamento debba essere tutelato.
A quanto ammontano i maggiori interessi
?
Il calcolo delle maggiori somme che possono essere
richieste per i Buoni Fruttiferi Postali Serie Q/P dipende,
ovviamente, dal valore nominale dei titoli e dal momento della riscossione.
L’importo fisso a bimestre applicabile dal 21° al
30° anno varia infatti in base all’importo del buono.
In generale, possiamo sostenere che le cifre sono
consistenti, in alcuni casi si andrebbe ad incassare quasi il doppio rispetto a
quanto indicato da poste.
Ad esempio in uno degli ultimi casi seguiti, secondo
Poste il cliente avrebbe dovuto incassare €.6.481,04. A
seguito del nostro intervento, invece, il cliente ha ottenuto il maggiore
importo di €.11.287,86.
Come ottenere la liquidazione dei maggiori
interessi.
Aprire un contenzioso nei confronti di poste
italiane non è operazione semplice.
E’ sufficiente un semplice errore nella
predisposizione degli atti o della strategia difensiva per pregiudicare l’esito
della richiesta.
Se sei in possesso di un Buono Fruttifero Postale (anche se già incassato) e:
vuoi capire se il tuo buono da diritto a
maggiori interessi
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verificare se la somma calcolata da Poste è corretta
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